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Alessandra Mussolini

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Alessandra Mussolini e il rapporto tra Alleanza nazionale ed il fascismo prima e dopo le dichiarazioni di Fini in Israele: questioni di famiglia o corretta interpretazione delle tesi di Fiuggi che rompe gli argini della disciplina di partito?



Il pensiero su presente, passato e futuro di Alleanza nazionale alla vigilia della visita di Fini in Israele




Sulla considerazione di Fini che An non è l’erede del movimento fascista: “Al di là del cognome che porto e della storia della mia famiglia, in tutta onestà devo dire che ha ragione. Fini non fa altro che dare una rappresentazione autentica della realtà".

"Se Fini dice che An non ha più niente a che vedere con il Ventennio, non credo lo faccia solo per andare in Israele, ma perché l'evoluzione fa parte della storia".

"Ma quando cominciamo a parlare di storia, la storia è storia, ognuno ha una sua visione" …"Un conto sono i giudizi politici sull'oggi, e su questo, glielo ripeto, sono convinta che Gianfranco prenda semplicemente atto di una realtà. An col fascismo non ha niente a che fare. Ma non sopporto i giudizi storici tagliati con l'accetta".

"C'è una cosa però che proprio non mi piace"…"Questo subdolo tentativo di far credere che Fini è un leader moderno e illuminato e noi, il suo partito, una zavorra nostalgica e reazionaria. Non è così. Perché se è vero che Fini è sul serio un leader moderno, al passo con i tempi, è altrettanto vero che la sua credibilità non può essere scissa da An. An è un suo prodotto e Fini senza An è come un padre senza la famiglia".

Alla domanda se anche ella tema le voci secondo cui Fini potrebbe essere tentato da una lista con suo nome liberandosi di An, risponde con decisione: "Io non temo niente, però sono cose che sento dire troppo spesso in giro. Penso a Amos Luzzatto, quando dice che Fini è un conto, il nostro partito un altro, che con Gianfranco si può ragionare e con noi no"…"Fini è stato segretario dell'Msi, non arriva da un altro pianeta".

(5 novembre 2003)
L’uscita da Alleanza nazionale dopo le dichiarazioni di Fini in Israele: l’ “Io accuso”

"E' stata sancita una incompatibilità e un pregiudizio non tanto con le mie posizioni politiche, ma con il cognome che porto, per questo lascio Alleanza nazionale".

"Ho scelto il cuore, in politica i sentimenti contano"…"Credo che sia importante essere se stessi io non ho poltrone da difendere. E' stata una decisione sofferta, ma credo che nella vita ci voglia coerenza. Ecco, la mia è stata una scelta di coerenza".

Ancora, intervistata da Bruno Vespa: "Fini ha tradito. Ha tradito i sentimenti. Io sono stanca di assistere a questi biechi tatticismi e a questa politica cinica e scelgo il cuore, il rispetto dei sentimenti e la dignità. Fini non l'ha fatto". Quello che Fini ha fatto "è molto grave: lo ha fatto senza spiegare nulla e ha detto cose gravissime parlando di male assoluto"… "Fini è il male assoluto in An: dal partito non ha avuto una cambiale in bianco, ma va avanti da solo. In An sono anestetizzati e narcotizzati".

(27 novembre 2003)

Alla trasmissione RadioRai: Credo che stamattina, leggendo i giornali, sia chiaro il balletto che ha dovuto effettuare Ignazio La Russa. E' stata accusata addirittura la stampa di aver recepito in modo sbagliato le dichiarazioni di Fini effettuate in Israele. (28 novembre 2003)

E, a proposito dell’attenzione dedicatale in Israele: "Mi hanno chiamato televisioni e giornali israeliani in subbuglio per le parole di La Russa che, di fatto, ha parlato dei meriti del fascismo. Ma questo smentisce proprio quello che ha detto Fini a Gerusalemme, e c'è tra di loro chi già crede che quello di Fini sia stato solo un colpo di teatro che non corrisponde al reale pensiero di An. E lo vengono a chiedere proprio a me".(30 novembre 2003)



Il senso della svolta di Fiuggi e le dichiarazioni del Presidente Fini: continuità o rottura?



Ecco di seguito alcuni commenti alle ultime vicende che sembrano avere evidenziato un’esigenza di verifica dell’autentico significato della svolta di Fiuggi.

"Brava Alessandra hai tutto il mio plauso, ti abbraccio forte e ti dico che non sei sola", dice Donna Assunta, la vedova di Almirante

E Anedda: "Ritengo che l'onorevole Mussolini, nel prendere la sua decisione, si sia fatta trascinare dalla emotività che ha soffocato la razionalità". "Auspico che ci ripensi perché reputo la sua una decisione errata. La ritengo errata sia nelle motivazioni che nell'effetto. Avrà certamente fatto le sue valutazioni, ma sono convinto che siano state condizionate dall'emotività"

"Mi dispiace per la scelta di Alessandra perché ha dimostrato di essere un deputato capace che ha fatto il suo dovere. Ma capisco la sua amarezza e la sua indignazione. E' lo stato d'animo che io sento con molta sofferenza. Mi sono iscritto al Msi nel 1963, non provengo da una famiglia fascista al contrario di molti esponenti dell'attuale classe dirigente di An e sono indignato che oggi al partito al quale ho dato 40 anni di militanza, vengano attribuite posizioni politiche e responsabilità di cui non si trova traccia nella storia del Msi", afferma Teodoro Buontempo.

(27 novembre 2003)

Gustavo Selva, presidente della commissione Esteri della Camera: "Quello che è stato detto in questi giorni in materia di fascismo e antifascismo è già contenuto nelle tesi di Fiuggi, dove si dice che la destra non è figlia del fascismo. In quest'ottica l'uscita dal partito di Alessandra Mussolini riflette una posizione di famiglia"…"l'importante è non perdere pezzi di elettorato, ognuno di noi è provvisorio come eletto".



Il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli: "Spero che ci ripensi perché nella prima parte della sua dichiarazione quando ha lasciato il partito Alessandra ha detto di aver deciso in questo modo non perché non condivide la linea politica, ma per il cognome che porta. Dunque, se condivide la linea del partito, spero voglia ripensarci".

Bobo Craxi, vice segretario del Nuovo Psi ed esponente del gruppo misto della Camera del quale la Mussolini andrà a far parte, dice: "A lei che è democratica e libertaria ho detto garbatamente che dovrebbe percorrere a ritroso il cammino di suo nonno, quando, prima della stagione 'diciannovista', era il direttore dell'Avanti, un socialista libertario".

(28 novembre 2003)


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