Homoweb - Comunità online e identità umana


Vai ai contenuti

Prolusione card. Bagnasco

Archivio

Share |

Pubblichiamo la prolusione del Cardinale Bagnasco al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Roma, 26-29 settembre 2011). Nel suggerire ai nostri lettori una lettura integrale del documento, anticipiamo sinteticamente i principali temi e problemi che vi si rinvengono e sui quali la Conferenza episcopale italiana manifesta il proprio interesse e la propria particolare sensibilità.

La parola dei Vescovi desidera anzitutto risvegliare quella tensione alla verità senza la quale non c’è democrazia.
Essa invita a prendere sul serio i giovani, i quali non temono il cambiamento e sono significativamente stati protagonisti sullo scacchiere internazionale di una serie di manifestazioni che li ha visti protagonisti nell’arco degli ultimi dieci mesi nel denunciare il loro essere tagliati fuori dai luoghi decisionali in cui si vanno affrontando i problemi dell’assetto economico e non solo…

Inoltre, essa ricorda quindi come la popolazione del Nord fosse stata avvertita più volte e da più parti che l’Occidente viveva al di sopra delle proprie possibilità e come questo non sia stato sufficiente ad indurre ad affrontare la crisi esplosa tra il 2008 e il 2009 introducendo elementi virtuosi per raddrizzare progressivamente il sistema dell’economia mondiale e non solo tamponando le falle. La globalizzazione infatti resta non governata e tende ad agire dispoticamente prescindendo dalla politica.

In questo contesto, l’Europa ha mancato di svolgere con puntualità ed efficacia il proprio ruolo manifestando ancora una volta la propria incapacità di esprimere una visione comunitaria inclusiva dei doveri propri della reciprocità e della solidarietà e rivelando ancor di più lo squilibrio tra l’integrazione economica e quella politica.

Quanto all’Italia, il Cardinale Bagnasco osserva che Essa non si era mai trovata tanto chiaramente dinanzi alla verità della propria situazione, e alla conseguente necessità di correggere abitudini e stili di vita. A preoccupare i Vescovi è in primo luogo l’assenza di un serio e responsabile atteggiamento nei confronti del generale calo demografico, fenomeno che interessa anche le funzioni previdenziali e pensionistiche non solo delle generazioni a venire ma già di quanti sono oggi giovani. Ma, soprattutto, la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; e inoltre il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui – qui il cardinale Bagnasco indugia sui racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica. … E, al di là del riferimento all’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti e alla dovizia delle cronache a ciò dedicate, il Presidente della CEI afferma che nessun equivoco può qui annidarsi. Infatti, la responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano. I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune.


La questione morale, complessivamente intesa, non è un’invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun altro ambito privato o pubblico, essa è un’evenienza grave, che ha in sé un appello urgente. E non riguarda una parte soltanto o semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti.

La Chiesa pellegrina in Italia, conclude Bagnasco, non intende sottrarsi alle attese e alle responsabilità che le competono.

Quanto poi alla presenza dei cattolici nella società civile e nella politica, i Vescovi manifestano la convinzione che, anche quando non risultano sugli spalti, essi sono per lo più là dove vita e vocazione li portano. Così, se pure questi anni possono avere prodotto tentazioni e smarrimenti, i cattolici sono stati spinti alla scuola dei Papi, a maturare una più avvertita coscienza di sé e del proprio compito nel mondo. Un nucleo più ristretto ma sempre significativo di credenti, sollecitati dagli eventi e sensibilizzati nelle comunità cristiane, ha colto la rinnovata perentorietà di rendere politicamente più operante la propria fede. Sono così nati percorsi diversi, a livelli molteplici, per quanti intendono concorrere alla vitalità e alla modernità della polis, percorsi che hanno dato talora un senso anche di dispersione e scarsa incidenza.

Infine, Bagnasco rivolge un affettuoso pensiero e augurio ai giovani per il nuovo anno scolastico, sottolineando come la scuola, pur spesso coinvolta in polemiche e vicissitudini anche serie, resta istituzione nevralgica nella quale si svolge il processo di crescita umana e lo sviluppo della conoscenza nei protagonisti principali che sono gli studenti.

Le ultime parole sono per il Corno d’Africa, dove una carestia affligge almeno undici milioni di persone; per la neonata cinquantaquattresima nazione, il Sud Sudan, cui si manifesta amicizia e simpatia – con il ricordo di un protagonista primario di questa indipendenza, S.E. Monsignor Cesare Mazzolari; per le primavere del Nordafrica, per le quali si osserva come strategie di condizionamento stiano progressivamente intaccandone gli esiti – primavere ciascuna delle quali va marcando un profilo proprio. Queste rivoluzioni hanno comunque assegnato alla ricorrenza decennale dell’11 settembre 2011 un carattere di movimento e di speranza. E’ dunque naturale l’auspicio conclusivo che il raduno interreligioso di Assisi, indetto da Benedetto XVI per il 27 ottobre prossimo, a venticinque anni dal primo incontro voluto da Papa Wojtyla, sprigioni per intero le sue potenzialità di bene.

29/09/2011 - Massimo Asero


Leggi il testo completo della lettera. Clicca qui


Torna ai contenuti | Torna al menu