Homoweb - Comunità online e identità umana


Vai ai contenuti

Angelo Frammartino

Homoweb cultura

Share |

G:\MioLavoro\Homoweb\ObjText\frammartino(1).jpg
Error File Open Error

Un assassinio che chiede di tornare ad amare ogni giorno

Angelo Frammartino: la stella più luminosa della notte di S. Lorenzo

Angelo Frammartino è una stella caduta nel cielo di Gerusalemme la notte di san Lorenzo di quest’anno. La scia luminosa della sua esistenza è indelebilmente fissata nelle parole con cui concludeva, con una citazione di Jack Folla, l’ultima e-mail inviata al circolo di Rifondazione comunista di Monterotondo, in cui era responsabile del settore giovanile: "Bisogna imparare ad amare daccapo, a tornare ad amare, ogni giorno".

Il contesto di tempo e di luogo sottolinea il significato più profondo di quelle parole e lo fa denunciando la contrapposizione tra pensiero e azione cui sembra soggiacere la condizione umana.

La città santa è già stata testimone della manifestazione più drammatica e piena nella storia dell’umanità del nostro limite, nel Cristo che dice a Pietro: “Tu darai la tua vita per me? In verità, in verità ti assicuro: non canterà il gallo, che già mi avrai rinnegato tre volte”.

Quasi a rinnovare la sua valenza simbolica unificante, Gerusalemme, città santa delle tre grandi religioni monoteistiche, è anche oggi segno di quella contraddizione fondamentale cui soggiace ogni uomo: città santa, per l’appunto, ma mai definitivamente liberata dalle tensioni politiche ed economiche di un’area, quella mediorientale, in cui ogni buon proposito è sinora naufragato nella contrapposizione di azioni e reazioni, tra mille provocazioni cui qui non importa attribuire l’una o l’altra cittadinanza ma semplicemente la comune matrice umana che continua a rinnegare tanto con la prassi che con la teoresi, e comunque con la prima, la propria natura.

In questo contesto di tempo e di luogo, Angelo Frammartino era un ragazzo solare, di pace, impegnato nel sociale e studioso, come lo ricorda chi lo conosceva a Monterotondo. Di più, era un Uomo, impegnato a vivere la contraddizione tra parole e fatti, tra pensiero ed azione, nel solo modo in cui è possibile vivere la tensione della propria condizione umana aspirando a ricucire la frattura di un Verbo che non è presso Dio: amare oggi, ricordandosi che amare domani richiederà un nuovo cominciamento ed un nuovo tirocinio di umanità, impermeabile alle ingiurie, alle offese della nostra identità che tante volte infliggiamo a noi stessi e che tante volte ci vengono inflitte da altri.

L’esempio di Angelo è luminoso: quelle parole, quell’inno all’Uomo, che passa per la scoperta dell’autentico senso dell’Amore, e della grande difficoltà dell’uomo di viverlo con continuità, completano, perché ad essa successive, il senso della sua decisone di agire per la pace. Angelo era partito per il campo “Torre dei Fenicotteri”, gestito da Arci e CGIL, il primo di agosto e sarebbe rientrato a casa domenica 13, appena un paio di giorni dopo la notte di S. Lorenzo. La sua scelta di dedicarsi agli Altri si concretizzava nella collaborazione con una ong araba di Gerusalemme Est, che organizza campi estivi per bambini palestinesi. E Angelo, da animatore, aveva il compito di fare divertire quei bambini, se possibile donandogli la loro infanzia in una terra che purtroppo gliela nega quotidianamente in mille modi.

Di fronte all’assassinio di Angelo, tuttavia, è problematico cogliere sino in fondo il senso del messaggio che ci ha lasciato in eredità attraverso la sua vita, giacché con esso si confonde il dolore per la perdita del volontario italiano. Sembra di comprenderlo financo nelle parole affettuose del Presidente della Repubblica per il quale ''tutti gli italiani sono uniti nel dolore per la scomparsa di Angelo, la cui vita generosa è stata stroncata nel pieno della gioventù da un barbaro assassinio" e con qualche tristezza anche in quelle di Vittorio Feltri, che pare leggere con miopia la vicenda di Angelo Frammartino, riducendola in una chiave di contrapposizione strumentale ed in una lettura bassamente politica degli eventi nel titolo: 'Volontario Cgil ucciso a Gerusalemme dai suoi amici palestinesi'". La frattura, dunque, si riapre, e il gioco delle parti, che prende corpo attraverso la dialettica amico-nemico di schmittiana memoria, sembra allontanare non di poco l’invito di Angelo: ri-cominciare ad amare…ogni giorno e..nonostante tutto…
Ho visto una stella cadente nel cielo di Gerusalemme e ho espresso un desiderio: PACE!

Massimo Asero


Torna ai contenuti | Torna al menu