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Gianfranco Fini

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Le dichiarazioni di Fini in Israele, tra continuità e strappi: il vice premier mette a nudo i limiti della svolta di Fiuggi?

La lettura del passato

Alla domanda se la Repubblica Sociale di Salò faccia parte delle pagine vergognose del nostro passato, il vice premier risponde che vi "rientrano certamente tutte quelle pagine relative alla discriminazione e ancor più alla persecuzione nei confronti degli ebrei e più in generale delle minoranze. E quindi certamente vi rientra anche quella pagina"

Non c'è "nessuna giustificazione per i carnefici di ieri…anche per chi poteva salvare un innocente e non lo fece". Bisogna denunciare le pagine di vergogna che ci sono nella storia del nostro passato “per capire la ragione per cui ignavia, indifferenza, complicità e viltà fecero sì che tantissimi italiani nel 1938 nulla facessero per reagire alle infami leggi razziali volute dal fascismo".

"Ha cambiato idea su Mussolini? "Certamente sì, altrimenti non sarei qui, non avrei detto ciò che ho detto e fatto ciò che ho fatto".

"Ho spiegato agli israeliani che per noi condannare significa assumersi una responsabilità. Si può condannare come giudici terzi ma si può condannare anche come parte in causa e in questo caso vuol dire che ci stiamo assumendo le nostre responsabilità per il passato e per il futuro".

Le ragioni dello “strappo”

C’è ancora oggi, nell'esasperato anti-israelismo che la polemica nei confronti del governo Sharon rivela, "un antisemitismo mascherato da antisionismo". E’ questa la prospettiva nella quale il vice premier afferma di avere "cercato in questi giorni di dire parole inconfutabili sul passato per costruire il futuro".

"Razzismo e antisemitismo non sono alle nostre spalle, non appartengono ad un'epoca storica chiusa, ma esistono in forme diverse e mascherate".

La risposta ai critici

C’è anche una risposta implicita a chi nel partito lo ha accusato di non avere informato alcuno dello “strappo” che aveva intenzione di produrre con le proprie dichiarazioni nel corso della sua visita:

"Sin dal '93 valori come l'antifascismo, inteso come difesa della libertà, sono condivisi da tutti anche dalla destra, nel '93 abbiamo reciso in modo netto i legami col passato".

"Le cose dette in Israele si muovono lungo un percorso che conosciamo da anni perché non c'è qui un leader staccato da un partito ma un partito che ha un leader orgoglioso della sua forza politica"



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